Viaggio nella galleria virtuale dell’IdO, tra colori e disegni provenienti dallo spazio brasiliano per l’espressione artistica di pazienti psichiatrici
Roma, 24 aprile – Le immagini hanno tanto da dire, nonostante siano silenziose. “I disegni di David, un paziente della Casa das Palmeiras di Rio de Janeiro, ne sono un esempio interessante: lui si firma come Dio, dice di essere il suo pseudonimo, oppure adotta nomi di donna. Sostiene di firmarsi in base a come si sente. Ecco cosa succede quando lavoriamo con pazienti psicotici, abbiamo un contatto molto diretto con l’essenza della vita, perché é questo che loro offrono quando disegnano”. Le parole sono di Jean Pierre Muller Hargreaves, presidente della Casa das Palmeiras. Uno spazio fondato nel 1956 dalla psichiatra Nise Da Silveira e aperto ai pazienti provenienti dagli ospedali psichiatrici per lavorare attraverso l’espressione artistica. Alcuni dei loro disegni sono visibili nella galleria virtuale ‘Prospettive d’arte‘, promossa dall’Istituto di Ortofonologia (IdO) sul suo sito.
Nise da Silveira, avendo intuito l’importante contenuto di questi prodotti, non manco’ di sottoporli a Carl Gustav Jung. Lo psicanalista svizzero volle subito sapere, infatti, “come fossero gli ambienti in cui i pazienti realizzavano i loro lavori- racconta il presidente- perché emergeva dalle opere che non si poteva trattare di luoghi in cui i pazienti avevano paura del proprio spazio inconscio. Per questo motivo- sottolinea Muller Hargreaves- sono molto colorati, c’é tanta vita”. La mostra virtuale ‘Prospettive d’Arte’, promossa in collaborazione con tante realtà diversificate, permette all’utente di entrare in contatto con il valore simbolico delle immagini dell’arte outsider. Come accade per qualsiasi artista, anche in ‘Prospettive d’Arte’ emerge che “ogni pittore disegna se stesso nelle proprie opere- precisa Muller Hargreavas- In questi disegni, quindi, possiamo osservare l’interiorità di ciascun paziente. In generale le forme, i segni grafici e i colori scelti ci indicano sempre qualcosa, che non é per forza quello che pensiamo. Qualsiasi immagine, non importa che sia uno scarabocchio o un piccolo segno, ha un significato al suo interno- spiega il presidente della Casa das Palmeiras- ed é importante guardarla attentamente per imparare a sentire e percepire in che senso ci tocca nel profondo”. Non bisogna mai dimenticare che “ogni immagine deve essere correlata a colui che l’ha creata”.
Osservando i lavori realizzati in questi 64 anni, dall’apertura della Casa das Palmeiras a oggi, si può notare come i disegni mutino in base al tempo storico in cui sono prodotti. ” All’inizio erano realizzati da persone ricoverate nell’ospedale a lungo termine”, e quindi isolate in quel luogo. “Un isolamento che creava la necessità di esprimersi- riflette Muller Hargreavas- é probabile che in quel periodo le opere d’arte fossero molto più intense proprio perché i ricoverati non avevano altri contatti”. Oggi invece, spiega il presidente, “nella Casa das Palmeiras le persone entrano ed escono. La società è molto più accelerata rispetto al passato e il nuovo ritmo di vita si riflette nelle attuali produzioni artistiche. Inoltre, è peggiorata la qualità del materiale adottato e sono diminuiti gli artisti che volontariamente vengono in laboratorio ad aiutare i pazienti. Piccoli e grandi dettagli- conclude Muller Hargreavas- che si vedono nelle opere”.